Il prof. Covid

Il titolo di questo post può apparire un po’ provocatorio, eppure vi assicuro che non lo è. E’ un po’ di tempo, sarà per deformazione professionale, che tendo ad inquadrare gli episodi della vita, anche quelli più stupidi e personali, come una lezione da apprendere. Sono convinto che anche le pagine più oscure della nostra esistenza debbano essere lette con attenzione, anzi, forse sono proprio quelle che hanno più da insegnarci. E allora mi sono chiesto: “Il COVID-19, questo nemico subdolo e invisibile, cosa ci sta insegnando?”

La prima risposta che mi sono dato è che quella infinita serie di paletti con cui amiamo compartimentare il mondo, come se fosse un cassetto della biancheria in cui mettere ordine (avete presente, no? I calzini da una parte, le mutande dall’altra…), per il COVID non ha alcun significato: per il COVID-19 non esistono confini nazionali, non esistono differenze religiose o linguistiche, non gli interessa se sei uomo o donna, non discrimina in base al colore della pelle né in base al ceto sociale, economico o culturale. Poi ho pensato anche che se un virus, che a ben guardare non è nemmeno un essere vivente, riesce a essere così profondamente inclusivo, allora forse uno sforzetto per non vedere l’umanità come le corsie di un supermercato potremmo farlo anche noi.

E poi cosa ci sta insegnando, professor Covid? Che forse negli ultimi anni, ma che dico anni, secoli, abbiamo scrutato l’orizzonte in cerca di nemici guardando dal lato sbagliato della nostra fortezza? Sotto certi aspetti la storia dell'uomo può essere vista come una lunga sequenza di guerre, tutte  combattute per paura "del diverso" o bramosia di ricchezza. E’ stato necessario che un microrganismo ci desse una pacca sulla spalla (un po’ robusta a dire il vero, alla Cannavacciuolo) per farci voltare dall’altro lato... dite che sto esagerando? Non credo, vi faccio un esempio: sapete cosa sono gli F-35? Sono dei caccia da guerra, lo stato dell’arte dell’aeronautica militare, un’efficientissima macchina di morte capace di colpire con forza e velocità un obiettivo nemico.  Ebbene, ognuno di questi aggeggi ha un costo pari a 100 milioni di euro! Secondo voi quante mascherine si possono produrre con 100 milioni di euro? E con 10 miliardi di euro, pari al costo di 100 di questi aerei, quanti posti in terapia intensiva o laboratori di ricerca si potrebbero finanziare? A chi sostiene che non si possono mettere a confronto due cose così diverse, io rispondo che non sto parlando né di aerei né di mascherine, e nemmeno di soldi a ben vedere. Sto parlando di scelte, di decidere da quale parte della fortezza affacciarsi per scorgere il nemico: dalla parte in cui ci sono altri uomini come noi, al di là di un muro che noi stessi abbiamo deciso di erigere, oppure dall’altra lato dove proliferano malattie, fame, ignoranza? Onestamente, da cosa vi sentite minacciati? Cosa vi farebbe sentire veramente protetti? Un caccia o un vaccino?


Purtroppo, è triste ammetterlo ma è così, la nostra e le precedenti generazioni non sono state molto sveglie, non abbiamo avuto l’intelligenza e forse neanche la voglia di capire come stavano realmente le cose. E quindi? Quindi la palla passa a voi ragazzi! Abbiate voi l’intelligenza, la sana rabbia e il coraggio di voltarvi dall’altra parte e di cogliere l’insegnamento del prof. Covid. 

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